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Atletica in Umbria »
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» Parliamo anche di argomenti tecnici
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claudio58 |
Inviato il 15/09/2009 9.24.42 |
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Oltre alle discussioni su premi, partecipazioni di pseudo-professionisti da, eventualmente, regolamentare, coppe e prosciutti vari, mi piacerebbe moltissimo -spero vivamente di non essere il solo- che si parlasse anche e soprattutto di elementi tecnici: metodi di allenamento, tempi di recupero, percorsi, sensazioni personali, materiale e quant'altro. Non posso credere che una disciplina così dura e faticosa non solleciti molti amici virtuali a scambiare pareri e osservazioni di tale natura. Buone corse a tutti.
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pierluigi |
Inviato il 15/09/2009 12.03.08 |
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Condivido il pensiero di Claudio, casualmente compagno di strada Domenica a Spoleto, provo a formulare un quesito tecnico, nel caso qualcuno voglia contribuire alla discussione. I maratoneti e non solo, conoscono i benefici del "bigiornaliero" e/o "doppio giornaliero" per aumentare la potenza lipidica... nel caso però di gare ravvicinate, come capita di frequente in questo periodo, sono più i vantaggi (Pizzolato ha più volte citato i benefici delle gare a tappe quali il nostro giro dell'Umbria) o piuttosto i rischi legati al sovraffaticamento muscolare? E in ogni caso, qual'è il migliore scarico per recuperare nei giorni successivi?
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claudio58 |
Inviato il 15/09/2009 12.53.49 |
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La questione mi sembra interessante, caro Pierluigi. Personalmente, anche da molto giovane, non amavo correre troppe gare ravvicinate, sia per un problema muscolare sia per un inevitabile affaticamento mentale. Un elemento da tenere in considerazione è il tipo di corsa. Chi ha un'azione più muscolare che agile, soprattutto chi proviene dal mezzofondo veloce, dovrebbe rischiare maggiormente il superallenamento. Poi bisogna considerare l'impegno profuso ad ogni appuntamento. Credo che chi faccia molte gare è inevitabilmente portato ad abbassare il suo standard medio. Mentre chi prepara pochi appuntamenti tende, al contrario, a massimizzare lo sforzo ad ogni gara.
Quanto al doppio allenamento andrei molto cauto, ammesso che si abbia il tempo e la voglia di usare questo metodo. Consideriamo che ad ogni seduta di allenamento si mettono in moto parecchi meccanismi fisiologici, non da ultimo quello basilare del recupero. Pertanto spesso risulta meno stressante e faticoso correre un'ora all'80% della soglia aerobica che due mezz'orette allo stesso passo, effettuate magari a distanza di alcune ore. Sotto questo profilo, soprattutto per atleti non più giovani, ritengo più producente allenarsi una volta sola, ma inserendo -ove ci si senta in grado di farlo- prove multiple e variate. Esempio a) corsa lenta con qualche variazione nel finale, un pò di allunghi defaticanti, per finire con alcune ripetute sugli 80 metri. In questo modo si lavora sulla capilarizzazione, sulla capacità aerobica e sulla fibre veloci, sempre importanti anche nella corsa di fondo. Esempio b)dopo un buon ricaldamento, un corto veloce di 5/6 km corso almeno 15 secondi al km più lentamente rispetto ad una gara di 10 km seguito da alcune ripetute sui 200, per finire con un seicento corso a buon passo, senza però mai indurirsi. In questo modo si allena la potenza aerobica e parzialmente anche la capacità anareobica lattacida, quest'ultima importante per gli sprint nel finale di gara. Spero di non aver annniato.
Buone corse
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baby |
Inviato il 15/09/2009 13.22.01 |
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ciao claudio,complimenti per la competenza...credo, però, che questi preziosi consigli non siano sufficienti al nostro Pierluigi per migliorare...ah gigi, a te 'n è il doppio allenamento giornaliero che te frega...ma il doppio salame che te magni la sera...fagianettooo!!!!
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pierluigi |
Inviato il 15/09/2009 15.32.39 |
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A prescindere dal mio appetito, sicuramente degno di nota, quanto ahimè di marginale interesse per i visitatori, ringrazio Claudio per il suo contributo, aggiungendo che, probabilmente, ogni allenamento ha la sua ragion d'essere in funzione dell'obiettivo prefissato.
Il bigiornaliero con pasto ipoglucidico tra le due sedute, era visto in sostituzione di un lunghissimo nella preparazione di una maratona, per gravare un pò meno su tendini e articolazioni...(anche quì i pareri sono discordi)
mentre sempre la corsa a tappe o comunque un ciclo di sedute ad un ritmo prossimo alla soglia anaerobica (seguito da adeguato scarico) ad almeno un mese dalla maratona, mi sembra venisse consigliato da Pizzolato per l'innalzamento della capacità aereobica.
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Albe |
Inviato il 15/09/2009 16.52.01 |
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ciao Roccia,
io non sottovaluterei il vantaggio psicologico derivante dal completamento di un lunghissimo in buone condizioni fisiche, quindi non lo sostituirei!! il doppio ravvicinato, la competizione a tappe così come l'allenamento a digiuno svolti a determinati ritmi insegnano all'organismo a consumare anche i grassi sin dall'inizio della corsa importantissimo per il maratoneta e credo indispensabile per l'ULTRAMARATONETA.
Quindi cara Baby servono anche i grassi..quelli giusti però!
Semmai bisogna stare attenti a non sottovalutare i segnali che il nostro organismo ci invia, altrimenti fai come me che ho corso un collinare di 34 km con un leggerissimo fastidio al tendine ed ora sono quasi fermo da 3 settimane!!e Venezia me la sogno..porca vacca!!
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claudio58 |
Inviato il 15/09/2009 17.25.55 |
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Sulla questione dell'allenamento a digiuno sollevato da Albe, vorrei esprimere alcune riflessioni personali. Innanzitutto premetto che da giovane (pesavo poco sopra i 60kg) era praticamente impossibile correre senza assumere carboidrati almeno 3 ore prima dell'allenamento. Ora, avendo superato la cinquantina, i cambiamenti sono rilevanti, credo per tutti. A parte l'aumento inesorabile del peso corporeo, il quale ci offre l'unico vantaggio di avere sempre una riserva di grassi maggiore di un ventenne. Tuttavia ho notato che se debbo correre un medio/lento o un lento la mattina mi trovo in crisi ipoglicemica dopo un paio di km, a meno che non assumo una modestissima dose di un qualsiasi zucchero (in genere marmellata o miele). Una dose assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno della corsa. Evidentemente in questo caso tale modesta assunzione funziona (sto esprimendo un parere a naso) come la diavolina che si usa per accendere il fuoco. E' possibile che il nostro metabolismo rallentato a causa dell'età, abbia bisogno di uno stimolo ulteriore per mettersi bene in movimento. Consiglio per questo di non superare mai le tre ore di distanza tra la colazione e la gara (a mio avviso per una gara sopra i 15 km, sarebbe meglio 2h '30). Anche perchè spesso le crisi ipoglicemiche non vengono riconosciute dagli atleti. Il fiato diventa improvvisamente grosso e le gambe non girano, dando l'impressione al malcapitato podista di essere fuori forma.
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baby |
Inviato il 15/09/2009 20.33.17 |
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com'è albe? ma per caso quel lungo collinare è stata la tua prima rentreé dopo la pausa "anemica"? mannaggia, mi dispiace....spero tu riprenda presto il tuo stato di forma....
mi spieghi meglio come si può stimolare il consumo di grassi sin dall'inizio dell'allenamento?grazie, un abbraccio
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Albe |
Inviato il 16/09/2009 8.23.29 |
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ciao Baby,
ti posso solo spiegare a grandi linee cosa ho capito da quello che ho letto nei libri (..ma bada, posso anche aver capito male!!).
In pratica l'organismo correndo ad una certa andatura (es.ritmo maratona) preferisce usare i carboidrati come fonte energetica per il nostro motore, ma le scorte massime che il nostro organismo può assimilare ti permettono di correre per max.30/35km.dopo di chè per terminare la maratona senza i carbidrati non riesce ad usare i grassi e quindi usa le proteine prendendole dai muscoli(cosa da evitare assolutamente).
La soluzione sareppe quella di utilizzare sin dall'inizio una miscela grassi/carboidrati e per fare c'ho devi insegnare al tuo organismo a correre in deficit di carboidrati con gli allenamenti di cui sopra.
Probabilmente ho scritto qualche cavolata, ma io l'ho capita così!
Ha volte la voglia di correre di fa perdere la ragione..quel lungo non lo dovevo fare, ma come si fà a fermarsi quando corri con il gusto di correre?!
cmq il problema stà rientrando e a Venezia ci vado lo stesso..parto..e poi vedo!
a presto
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pierluigi |
Inviato il 16/09/2009 9.43.23 |
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Tranquillo Albe: prendi questo periodo come un riposo salutare e vedrai che arriverai a Riva dei sette martiri col sorriso...
quanto all'alimentazione, io le poche volte che riesco ad allenarmi la mattina, anche per i lunghissimi, non ho mai avuto problemi a partire digiuno...(probabilmente, come dice Claudio è un fatto soggettivo)quanto alle gare, fino alla mezza prendo un caffè... per la maratona, pane (magari integrale) con miele e/o marmellata circa 3 ore prima con succo e tè...
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